Comunità Energetiche

Comunità Energetiche

Comunità Energetiche

Cosa sono le Comunità Energetiche?

Una comunità energetica è un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese che decidono di unirsi per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili.
In altre parole, i membri delle comunità energetiche si impegnano a produrre, consumare e scambiare energia in maniera sostenibile e senza ricorrere all’utilizzo di combustibili fossili.

 

Le comunità Energetiche in Italia

 

Il 22 novembre è stata approvata dalla Commissione Europea la bozza per l’avvio delle CER (Comunità Energetiche) in Italia, con l’obiettivo di incentivare la diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.

 

Il 6 dicembre, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto, ha ufficialmente firmato il Decreto Italiano sulle Comunità Energetiche.
La misura prevede incentivi per 5,7 miliardi (2,2 dei quali sono finanziati con il Pnrr), tutti destinati a territori per incentivare la produzione e la condivisione di energia rinnovabile.

 

La potenza finanziabile è pari a 5GW complessivi, entro il 31 dicembre 2027.
Per le comunità realizzate nei comuni con meno di 5000 abitanti è previsto un contributo a fondo perduto del 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o potenziarne uno esistente.
I destinatari possono essere gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese ma anche enti locali, cooperative, associazioni del terzo settore ed enti religiosi interessati a costruire una CER.

La potenza dei singoli impianti non può superare il MW.

 

Nel dettaglio, il Decreto prevede due misure principali:

  • una tariffa incentivante sull’energia prodotta e condivisa: si caratterizza per essere diretta a tutto il territorio nazionale e a far risparmiare sui costi dell’energia per coloro che costituiscono una comunità. La potenza massima agevolabile è di 5GW entro il 31 Dicembre 2027;
  • un contributo a fondo perduto: è risolto ai comuni sotto i 5000 abitanti ed è cumulabile con l’incentivo tariffa. Chi crea una comunità energetica può ottenere un contributo fino al 40% dell’investimento. La potenza agevolabile è di almeno 2GW, fino al 30 luglio 2026.

Per quanto riguarda le tariffe pubblicate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stata approvata e confermata una riduzione fino al 50% della tariffa nel caso in cui gli incentivi vengano associati con contributi a fondo perduto nella misura del 40%. La riduzione, però, non entrerà in vigore per gli impianti la cui titolarità sarà di enti territoriali, autorità locali, enti religiosi, enti del terzo settore e di protezione ambientale.

 

Per le aziende, la quota di energia condivisa destinata a loro non potrà superare il 55% della tariffa premio (45% nel caso di contributi a fondo perduto).
Una parte dell’energia dovrà essere destinata ai soli consumatori diversi dalle imprese.

Gli incentivi dureranno 20 anni e riguarderanno:

  • gli impianti entrati in vigore dopo il D.L 199/2021;
  • gli impianti con potenza massima 1MW;
  • i punti di connessione che si trovano all’interno della stessa cabina primaria;
  • gli impianti già costituiti alla data di presentazione della domanda.

Le tariffe dell’incentivo sono state studiate in funzione del prezzo zonale orario dell’energia elettrica, della taglia dell’impianto e della zona geografica.

 

Per i comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti, sarà possibile accedere a dei contributi a fondo perduto per finanziare gli impianti che entreranno a far parte di una comunità energetica rinnovabile.

Il costo dell’investimento massimo non potrà superare:

  • 1500€/kW per impianti fino a 20kW;
  • 1200€/kW per impianti di potenza superiore ai 20kW e fino a 200kW;
  • 1050€/kW per impianti di potenza superiore ai 200kW e fino a 1000kW.

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