Rse: agevolazioni e ricerca per lo sviluppo del fotovoltaico

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Agevolazioni fiscali, semplicità nelle procedure di autorizzazione, e ricerca. Sono tre delle linee da seguire per fare sì che il fotovoltaico in Italia raggiunga entro il 2030 gli obiettivi di potenza installata.

Agevolazioni fiscali, semplicità nelle procedure di autorizzazione e ricerca (tanta ricerca!)  nell’innovazione tecnologica di prodotto e di sistema. Sono tre delle linee da seguire per fare sì che il fotovoltaico in Italia raggiunga entro il 2030 gli obiettivi di potenza installata comulativa (indicata in circa 35 GW). E’ quanto si evidenza in “Fotovoltaico: power to the people?”, l’ultima monografia di Rse, l’ente di Ricerca sul Sistema Energetico, presentata a Milano e dedicata alle prospettive future e alle nuove sfide che attendono il mercato del fotovoltaico in Italia.

Luigi Mazzocchi, supervisore del volume: “Il fotovoltaico è una componente essenziale per la decarbonizzazione del sistema elettrico. Abbiamo fatto studi di scenario in cui si vede che questa è la principale fonte rinnovabile che dovrebbe svilupparsi nell’orizzonte 2030 e oltre. Ma quello di cui c’è bisogno è di continuare ad investire sul fotovoltaico, cosa che oggi non si vede tantissimo: dopo il periodo degli incentivi c’è stata frenata molto forte. Però oggi ci sono strumenti e condizioni economiche, come per esempio il costo dei moduli che è molto sceso, che permettono di pensare a quasi un raddoppio di potenza installata da qui al 2030″.

Il fotovoltaico è certamente il sistema che ha avuto la capacità di interpretare al meglio il concetto di generazione distribuita. Una modalità che possiede due variabili che la rendono particolarmente competitiva: costo e scalabilità. Oggi il costo per kW è a valori molto bassi, impensabili solo 5 anni fa, ed ha praticamente raggiunto la grid parity, ovvero l’impianto costa quanto il costo dell’energia dell’utente finale.

Ma il mercato e il sistema impone una continua evoluzione tecnologia“La ricerca deve dare delle risposte almeno a tre livelli – dice Stefano Besseghini, presidente Rse . Un primo livello fondamentale è quello dei materiali: il fotovoltaico vive di materiali per la conversione, c’è molta ricerca in corso, ci sono molti risultati promettenti. Un secondo livello è quello del sistema, quindi come il meccanismo della generazione aleatoria entra all’interno nel sistema elettrico e come lo si tiene bilanciato. E poi c’è una componente di ricerca che riguarda i sistemi che corredano l’impianto fotovoltaico, e questo, ad esempio per quanto riguarda gli inverter, è un elemento di grande forza del nostro sistema industriale”.

Servono quindi altri investimenti a sostegno della ricerca. Ma, sottolinea Besseghini, da impiegare con attenzione e scelte mirate: non è solo insomma una questione di quantità. “Il tema della qualità dell’investimento è forse ancora più importante – conclude il presidente Rse – abbiamo bisogno nel sistema della ricerca italiana di fondi che vadano ad incentivare il tragitto, il più veloce possibile, dal laboratorio al campo. Dobbiamo essere in grado di portare la capacità di innovazione che abbiamo, ed è riconosciuta a livello internazionale, molto rapidamente a un sistema industriale che la applichi”.

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